A un paio di giorni di distanza dall’incontro formativo con la realtà Reggio Children presso il Centro Malaguzzi di Reggio Emilia, metto in fila un po' di riflessioni che sono state, appena due giorni fa, impressioni forti e chiare, e gentili.
“Abbiamo ereditato una filosofia basata su un’idea di mente che riflette le cose già fatte. Ora dobbiamo opporvi una mente che costruisce e si costruisce”
Una frase di Silvio Ceccato, impressa su uno dei pannelli espositivi del Centro, a racchiudere il senso e il valore aggiunto dei progetti di qualità.
Una frase dopo l’altra, nei pannelli che raccontano la storia visionaria (o forse la favola?) di Reggio Children, fortemente evocative della visione aggiornata e all’avanguardia nell’ambito della progettazione di edilizia scolastica.
Una storia nata dalle idee e dalle ispirazioni del pedagogista Loris Malaguzzi, che si sono intrecciate al talento di Gianni Rodari e a tanti altri fili che hanno tessuto una maglia di relazioni e, poi, di risultati umani e professionali centrati.
E in tutto questo cosa c’entrano l’ingegneria e l’architettura?
Molto più di quanto gli stessi colleghi a volte riescano a comprendere.
Lo spazio non può essere “solo” progettato, ma deve essere in primis immaginato e sentito. Infatti, solo quando lo spazio riesce a “dare spazio” alle istanze di chi lo vive l’architettura si anima.
E allora con questa visione, e solo con questa, giornate come quella di lunedì non sono più “mero aggiornamento formale” da subire o, peggio, da scansare, ma diventano occasioni per opporre alla mente che riflette le cose già fatte, una mente che costruisce e si costruisce, diventano un esempio di come il lavoro di squadra possa arricchire tutti (attori, fruitori e collettività).
Gli spunti di riflessione e progettualità emersi nel corso del workshop e durante le visite al nido d’infanzia Rodari, all’iconica scuola dell’infanzia Diana, al centro Loris Malaguzzi con i suoi stimolantissimi atelier sono stati un prezioso contributo che va nella direzione della progettazione condivisa e non imposta, partecipata e non “meramente” normata.
Stimoli come quello di lunedì dovrebbero essere alla base della nostra professione, perché solo dal confronto e dagli scambi reciproci nascono novità e scintille.
In quest’ottica, è molto efficace il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale di Montesilvano, di concerto con l’Azienda Speciale e con l’Ufficio Tecnico, per fare un passo in più, quello che solitamente fa la differenza, nella direzione delle progettazioni partecipate, condivise, riuscendo a far incontrare e dialogare una rete di professionisti, a creare gruppi di lavoro eterogenei, includendovi tutte le figure interessate a vario titolo all’oggetto delle progettazioni.
La sinergia che si respirava a Reggio Emilia è quella che continua a farmi credere di non essere una inguaribile utopista, a ricordarmi quanto sia fortunata a fare il lavoro che ho scelto.
E a farlo sempre come sento io.
Di Antonella Pallotta
Comments